Educazione Siberiana: “Se vuoi la pace, preparati alla guerra”

1584La storia è ambientata alla fine del secolo scorso. In una sperduta lingua di terra siberiana, chiamata Fiume Basso, dove convivono in totale contrapposizione passato, presente e futuro.

Costretti al crimine per rimanere puri

Persiste un tempo remoto, quello di Nonno Kuzja, che cerca di trasmettere i suoi valori, troppe volte in contraddizione con quello che è il loro essere briganti. Amicizia, lealtà, onore e condivisione dei beni come principi fondamentali per essere “criminali onesti”. Ma è pur sempre educazione violenta la loro: “Dobbiamo avere rispetto per tutte le creature viventi. Eccetto che per la polizia, la gente che lavora nel governo, i banchieri, gli usurai e tutti quelli che hanno il potere del denaro e sfruttano le persone semplici. Ti dico, rubare a queste persone è permesso”. È Dio che vuole ciò. Loro agiscono secondo il Suo volere. Ed ogni vittoria, ogni pena scontata in carcere, ogni goccia di sangue versata dal nemico fa parte della loro storia, ed è quello che li rende diversi e unici.

Ma in questo mondo, fatto di rigide e ormai noiose regole, cresce l’idea di un futuro ricolmo di speranze, di una libertà sperata, sognata, che illude e fittizia si insinua nelle giovani menti,  sporcandole.

L’unico tempo che conta però è il presente, che si divide in nostalgici codici e in illusori miraggi fatti di jeans e McDonald.

Realtà del tutto diverse rappresentate dai due protagonisti: Boris, legato agli insegnamenti della01_EducazioneSiberiana_032_ph Andrea Macchia tradizione siberiana,

Siete qua a pensare alle vostre fottutissime regole mentre fuori il mondo va a puttane

e Yuri, pronto ad infrangere ogni regola e a tradire la propria famiglia per amore del Dio denaro e per la realizzazione dell’American Dream. Il tutto accade sullo sfondo di un tempo schiacciato, travolto dalla voglia di consumismo che distorce ogni percezione di libertà  portando ad un catastrofico e drammatico degrado delle anime

La fame viene e scompare, la dignità, una volta persa, non torna mai più

Un progetto davvero ambizioso quello di portare in scena “Educazione Siberiana” tratto dall’omonimo libro di Nicolai Lilin, che di certo non è stato originariamente pensato per la trasposizione teatrale. Il regista Giuseppe Miale di Mauro insieme allo stesso autore hanno estratto e adattato al palcoscenico alcune parti del testo, che stasera al Teatro Bellini di Napoli  ho avuto modo di goderne, creando uno stupendo spettacolo.

Folle volere troppo: un uomo non può possedere più di quello che il suo cuore può amare

A fare da cornice ad una recitazione sentita e intensa c’è la creazione scenografica di Carmine Guarino, efficace e molto accattivante, sviluppata su due livelli: il primo è un semplice e spoglio interno con tanto di angoliera ricca di icone religiose, il secondo invece appare e scompare, riuscendo a portarci dentro ambiti diversi a seconda delle RM4BFS8E5504--330x185situazioni. Durante tutti i novanta minuti di rappresentazione la regia riesce a mantenere alto e costante il livello di tensione e di pathos, anche grazie alle luci di Luigi Biondi, emotivamente molto significative, che intensificano, avvolgono, spronano, annichiliscono, calmano. Le uniche luci che rimangono sempre accese sono le due candele sotto le immagini sante, che si spegneranno in momenti di grande impatto.

“Educazione Siberiana” è uno spettacolo che è stato fortemente voluto dai due attori protagonisti Francesco Di Leva e Adriano Pantaleo, che forse conoscono bene questa materia. È vero, la Siberia è lontana, almeno solo geograficamente, non ci sono Urka e URSS, ma anche qui, a Napoli come in tutto il “Bel Paese”, esistevano codici etici e morali ed ora solo carceri, criminalità, consumismo e potere che offusca la mente. Un cancro radicato in tutti i popoli, che è proprio dell’uomo in quanto uomo. Una dura realtà del mondo come lo conosciamo e come vorremmo che non fosse.

 

EDUCAZIONE SIBERIANA

Di Nicolai Lilin e Giuseppe Miale di Mauro

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Da un’idea di Francesco Di Leva e Adriano Pantaleo

Con Luigi Diliberti

E con

Elsa Bossi, Ivan Castiglione, Francesco Di Leva, Giuseppe Gaudino, Stefano Meglio, Adriano Pantaleo, Andrea Vellotti

Regia di Giuseppe Miale di Mauro

Fondazione del Teatro Stabile di Torino/Teatro Metastasio Stabile della Toscana/Emilia Romagna Teatro Fondazione in collaborazione con NestT (Napoli est Teatro)

Lo spettacolo è tratto da “Educazione Siberiana” di Nicolai Lilin

(Giulio Einaudi Editore, prima edizione Supercoralli 2009)

In scena al Teatro Bellini di Napoli dal 4 marzo al 9 marzo 2014

Via Conte di Ruvo 14, 80135 Napoli 081 549 9688

 

Nata in un caldo giorno di novembre del non troppo lontano 1990, vive oggi tra la Campania e l'Abruzzo. Trascorre il suo tempo libero a bere caffè, leggere libri e ascoltare musica, e se queste cose le fa insieme ha dichiarato pubblicamente di raggiungere il nirvana. Non ha ancora incontrato una pizza che non le piaccia e adora quando le fanno i complimenti per la sua cucina. Ha un debole inspiegabile per le commedie che finiscono bene, le giacche colorate e per i video di capre che urlano come uomini. Finissima estimatrice di web e tv trash, la potete seguire su facciunsalto.it nella sua rubrica musicale Stop&Rewind, fateci un salto!