E’ la notte del 22 marzo 1771. La notte in cui Raimondo de Sangro, il Principe di Sansevero il più grande studioso, filosofo e alchimista di Napoli morrà. E’ la notte del 22 marzo 1771. Una notte di rivelazioni e di segreti….
Sono seduta sul treno Frecciarossa Milano-Napoli, è venerdì sera e sto tornando a casa dopo una lunga giornata di lavoro fuori sede. Di fronte a me ci sono due amiche che chiacchierano tra di loro. E’ facile dalla loro conversazione intuire che stiano venendo a Napoli per trascorrere un weekend nella città partenopea. Cercano di reperire qualche info sul tablet che hanno dietro. Tamburello le dita sul tavolino che ci separa. Proprio non resisto. Con la faccia di bronzo che mi ritrovo mi intrometto dicendo che se avevano voglia potevo dar loro qualche consiglio. Accettano volentieri e così da innamorata persa della mia città, inizio a decantare le sue bellezze. Dico loro che al primo posto della mia classifica personale di sicuro c’è la visita alla Cappella di Sansevero e al Cristo velato che per me è di quanto più bello e affascinante ci sia in città perché a livello architettonico è sorprendentemente emozionante. Tutto l’ambiente che circonda quest’opera lascia sempre in me e in ogni persona che s’imbatte in essa per la prima volta un carico di meraviglia e stupore incredibile, ed ecco perché appena ho visto che in calendario del Pozzo e il pendolo c’era lo spettacolo “L’ultima notte del Principe di Sansevero” non potevo assolutamente perdere l’occasione di immergermi in quell’epoca.
“Chi ha il coraggio di ridere, è padrone del mondo. Come chi ha il coraggio di morire”
In una sera piacevolissima dal clima mite c’è tanta gente in giro per le strade delle vie del centro storico e l’accoglienza al teatro è sempre quella solita calda, soft, unica di questo teatro partenopeo. Gli ospiti del teatro stuzzicano qualcosa, messa a disposizione dai “padroni di casa”, aspettando che si aprano le tende per poter accedere alla sala del palcoscenico. Ci si accomoda e si fa buio. Si rivive così nel giro di un’ora e venti quella che è l’ultima notte del principe. Un principe sciocco, genio, disonesto, burlone, a volte spietato a volte crudele, a volte leggero a volte triste e pesante come un macigno. Accanto a lui c’è il suo fedele servitore e umile amico, scultore appassionato Giuseppe Sanmartino che spuntato dal nulla, gli starà vicino per tutta la sera e lo seguirà in una idea folle e malsana. Ma non voglio svelarvi assolutamente quello che potrete vedere con i vostri occhi poichè tanto bella l’opera scultorea quanto quella messa in scena; è di sicuro qualcosa che vale la pena di andare a vedere. Un giallo appassionato, talvolta ironico, ma molto molto sottile. Un racconto dai toni di un thriller americano con un finale pieno di pathos che terrà lo spettatore incollato alla sedia. Bravissimi i due attori, Marco Palumbo e Antonio Perna per la direzione di Annamaria Russo e Ciro Sabatino.
In scena fino al 22 Novembre, qui tutte le info.