Jack lo squartatore tra scena e realtà

12341475_1213314982028357_5188696922301643831_nUn’ora e venti senza intervallo. Un’ora e venti senza mai un briciolo di noia o senza perdere l’attenzione rivolta alla scena. Un’ora e venti per sviscerare sulle travi del proscenio del Pozzo e il pendolo, la storia di Jack lo squartatore. La prima cosa che fa rabbrividire è che sì, Jack è esistito davvero. In realtà quando sono stata a Londra ultimamente e passeggiavo sotto i ponti di London Bridge, non potevo non rivivere con la mente la sua storia. Storia che conoscevo a grandi linee ma che comunque, rivissuta da spettatore, mi ha particolarmente scossa. E cosa significa quando uno spettatore viene scosso da pura finzione, da un racconto, da una storia? Significa che gli attori sono bravi. Bravissimi tutti: Marco Palumbo, Lucia Rocco, Fabio Rossi, Sabrina Silversti, diretti dalle mani esperti di Annamaria Russo. E sapete anche perché bravi? Perché ad un certo punto tutti i presenti in sala, abbiamo avuto la netta sensazione che chiunque di loro poteva essere il feroce assassino.

So close no matter how far/Couldn’t be much more from the heart/Forever trusting who we are/And nothing else matters

Certo, bisogna essere predisposti a seguire una tale vicenda, cruenta, cruda e terribile, ma per chi ama i gialli come me, non può e non deve perdere questo spettacolo. La storia si svolge a Londra in un quartiere povero e malfamato, alla fine dell’Ottocento. Due coniugi, accomunati da un passato terribile e un presente ancora peggiore, decidono di metter su in casa loro, disperati come sono, una pensione per i viaggiatori. Ma niente, fame, malaffare e miseria sono gli unici abitanti di quella triste dimora. Quando tutto sembra andare in malora definitivamente un uomo bussa alla loro porta. È intenzionato ad affittare le camere ma in cambio di una buona paga vuole assoluto silenzio e discrezione. Ecco, quell’uomo cambierà la vita di tutti per sempre. Storia di coltelli, di bisturi, di mutilazioni, di puttane vecchie e ubriache, di trofei di carne umana, di uteri e viscere, di sbudellamenti e puzza di sangue, di amore malato. Ma anche di una religione che fa impazzire (sì anche il cattolicesimo devia le menti e fa fare cose orribili).12289472_1213315628694959_8593104893700108214_n

1 Quando l’Agnello sciolse il primo dei sette sigilli, vidi e udii il primo dei quattro esseri viventi che gridava come con voce di tuono: «Vieni». 2 Ed ecco mi apparve un cavallo bianco e colui che lo cavalcava aveva un arco, gli fu data una corona e poi egli uscì vittorioso per vincere ancora.
3 Quando l’Agnello aprì il secondo sigillo, udii il secondo essere vivente che gridava: «Vieni». 4 Allora uscì un altro cavallo, rosso fuoco. A colui che lo cavalcava fu dato potere di togliere la pace dalla terra perché si sgozzassero a vicenda e gli fu consegnata una grande spada.

Perfetta la colonna sonora (soprattutto una Nothing else matter in versione strumentale), e le luci che ancor più incupiscono ciò che già di per sé è tristemente cupo.

Uno spettacolo assolutamente da non perdere, qui tutte le info delle repliche.

Francesca è una tarantella. Non sta ferma un attimo... Sarà il mare, il Vesuvio, il sole, il sale e il pepe ma è una che non si arrende mai! A seconda delle esigenze diventa una community manager, una cake designer o una raccontastorie! Ha scritto per noi Ma non era un cupcake?, ed ora la sua rubrica è "Viral" fateci un salto!