Weekend, le voglie segrete della Prof

IMG_4843Alberi che hanno radici profonde faticano a trapiantarsi altrove, sotto un altro Sole, nutrendosi di altra acqua. Eppure la vita non fa sconti a certi destini, e per quanto impervio sia il terreno, adattarvici diventa una necessità della quale si deve fare virtù.
E’ il destino comune a molti giovani, oggigiorno, specie meridionali, costretti dal lavoro o dalla vita a frequentare altri lidi. A vivere altrove. Chi è del Sud sa cosa significhi, e se non l’ha vissuto sulla propria pelle, l’ha visto passare sulla pelle degli altri: amici, parenti, compagni; chi non è testimone per sè della diaspora meridionale, certo l’ha conosciuta riflessa su volti amici.
Anche di questo dramma quotidiano e attualissimo parla il Week End di Annibale Ruccello nella lettura di Luca De Bei. Un racconto onirico nel corso del quale si narrano gli amori e le solitudini di una insegnante meridionale dall’età indecifrabile, sospesa tra il peso della quotidianità e le istanze emancipative dall’angusta e schiacciante realtà di provenienza, ancora stretta nelle maglie della società tradizionale negli anni in cui si scopriva al Nord la Milano da bere, e nulla più sembrava impossibile.

Nella valigia di questa donna del Sud, si vede, c’è tanto il bagaglio quanto la zavorra, e intorno all’ansia di liberarsi da questo ingombrante fardello si celebrerà l’epifania della professoressa.

Il paese natìo risulterà tanto distante quanto decisivo nella costruzione degli schemi valoriali, e intorno a questi si spenderanno gli sforzi della protagonista – interpretata dalla splendida Margherita Di Rauso – che cercherà inutilmente di infrangerli celebrandone il sacrificio rituale attraverso il ricorso al sesso occasionale (a beneficio di Gregorio Valenti e Giulio Forges Davanzati, magistrali protagonisti maschili), vizio maggiore e vero e propriò tabù residuo della tribù abbandonata. Nella valigia di questa donna del Sud, si vede, c’è tanto il bagaglio quanto la zavorra, e intorno all’ansia di liberarsi da questo ingombrante fardello si celebrerà l’epifania della professoressa.
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Uno stigma di troia affannosamente ricercato e insieme temuto, e che condurrà fatalmente, appena ottenuto, alla scoperta dell’origine del disagio della protagonista. Cosa sarà dopo è libera interpretazione del lettore, che senza rinunciare ad alcun presupposto logico potrà optare tanto per la morte quanto per il delirio, per la lucida follia devastatrice come per il lento schizofrenico consumarsi della figura femminile, assai più vittima che non Mantide, prigioniera prima di se stessa che della disabilità che l’accompagna da bambina.
Weekend è dramma più che commedia; la sua forza narrativa, che sembra investire con forza i temi dello stigma e della solitudine, forse vi gira soltanto intorno, mostrando il dito anziché la Luna.
Perché il vero paradigma interpretativo è il riscatto. E la gente del Sud questo lo sa bene.
Abbiamo visto 
Weekend, di Annibale Ruccello
con Margherita di Rauso, Gregorio Valenti e Giulio Forges Davanzati.
dal 2 al 7 febbraio al Teatro Piccolo Bellini di Napoli.
Info qui.

L’idea di creare amuse .it è stata sua. Ma è il suo unico merito, tutto il resto è opera di tanti altri. Non va mai a dormire se non è morto di sonno. Scrive dalla tenera età; ama viaggiare, scoprire, conoscere. Emozionarsi.