Tic tac, tic tac: la meccanica del cuore

Tic tac, tic tac: così fa la meccanica del cuore.

Tic tac, tic tac: ma ci si può innamorare con il meccanismo di un orologio a cucù al posto del cuore?

Tic tac, tic tac: e se ci si innamora, dopo si  muore?

Al Pozzo e pendolo fino al 18 Dicembre è in scena La meccanica del cuore, per la regia di Annamaria Russo.

Uno, non toccare le lancette.
Due, domina la rabbia.
Tre, non innamorarti, mai e poi mai.
Altrimenti, nell’orologio del tuo cuore, la grande lancetta
delle ore ti trafiggerà per sempre la pelle,
le tue ossa si frantumeranno,
e la meccanica del cuore andrà di nuovo in pezzi”

Una storia di Natale perfetta, di quelle da guardare quando fuori fa freddo e si ha voglia di starsene accoccolati su un divanetto, magari dopo aver bevuto una tazza di tè o cioccolata alla cannella. Siamo nel cuore pulsante del centro storico di Napoli, a Piazza San Domenico Maggiore.  Fuori dal teatro c’è caos, frenesia, folla in cerca di regali o pastori. Dentro c’è calore, luci soffuse e lentezza. C’è proprio tutto quello di cui si ha bisogno dopo una settimana di lavoro.

Little Jack nasce su una collina di Edinburgo, nella notte più fredda dell’anno. Il suo piccolo cuore è gelato. Ci penserà la bizzara Madaleine, una levatrice che per molti in realtà è una strega, a dargli una possibilità di sopravvivenza, impiantandogli nel petto un meccanismo di orologio a cucù.

meccanica del cuore

 

Little Jack imparerà presto, a soli dieci anni, quanto sia difficile gestire le lancette che fanno sempre tic tac, tic tac. L’amore lo porterà anni dopo a fare un viaggio in Andalusia per ritrovare la voce di cui si è perdutamente innamorato.

Sul palco si mischiano poesia e carnalità, ironia e pessimismo, vita e morte.

Tic tac, tic tac.

Diversità, menomazione, opportunismo, bizzarria, sofferenza, leggerezza e piombo, bullismo , generosità, sorriso e pianto, solitudine. C’è tutto in questo racconto così irreale e fuori dall’ordinario da immaginarlo a volte come un sogno.

Una favola tenera e commuovente, ma amara e spietata in alcuni tratti, che fa riflettere su quanto sia difficile crescere con e senza cucù al posto del cuore.

ndr

Sono stata particolarmente felice di aver accettato il suggerimento di Michela, aiuto regista, che mi ha detto di portare anche i bambini. In prima fila c’è mio figlio Nicolò, di anni nove, che da quando è piccolo sogna di fare l’attore. Lo guardo, seguo il suo profilo con gli occhi, e i suoi li vedo luccicare.

Mi guarda e bisbigliando mi dice: “Mamma, ma come fa a piangere così l’attore… è difficile“.

Figlio mio, dietro quelle lacrime ci sono anni e anni di accademia e studio“.

Eccellente la prova infatti è stata di Renato De Simone (Little Jack)  e convincenti conferme quelle di Marianita Carfora, Lucia Rocco, Fabio Rossi, decisamente valori aggiunti a personaggi già sì forti.

Andate a vederlo, qui tutte le info.

 

 

Francesca è una tarantella. Non sta ferma un attimo... Sarà il mare, il Vesuvio, il sole, il sale e il pepe ma è una che non si arrende mai! A seconda delle esigenze diventa una community manager, una cake designer o una raccontastorie! Ha scritto per noi Ma non era un cupcake?, ed ora la sua rubrica è "Viral" fateci un salto!