Stefano Caffarri, sapori di Emilia a Casa Lerario

Spalle larghe da nuotatore, sorriso ironico, l’espressione compiaciuta e quasi beffarda di chi legge soddisfazione negli occhi altrui e sa di esserne l’artefice. Stefano si aggira per i tavoli rimescendo zabaione da una scodella trasparente. La crema gialla segue in aria il percorso del suo mestolo, fluendone lieve. Un velluto giallo e grasso, gonfio dei suoi profumi. Se fossi un uovo, vorrei morire così.

Ancora un poco? E dai facciamolo questo sforzo! Sogghigna, con un accattivante accento emiliano, mentre mi consola il piatto con un ultimo schizzo del suo intingolo. Troppo poco per non volerne ancora.

quelle spalle possenti, quella retorica fine, e la salsa che ho davanti testimoniano come spesso le eccellenze si uniscano piacevolmente nell’uomo umile

Vero, ho fatto nuoto da ragazzo, anzi pure tutt’ora, l’acqua è la mia vita, mille e mille vasche ho fatto e sapete? Sono stato tra i primi venti in Italia! Dice con un’aria spavalda ma insieme giocosa, mai incline ad abbandonare il gioco dell’ironia. Stefano sembra non prendersi mai troppo sul serio, e non saprebbe egli stesso dire se sia più nuotatore, scrittore, o cuoco. Ma quelle spalle possenti, quella retorica fine, e la salsa che ho davanti testimoniano come spesso le eccellenze si uniscano piacevolmente nell’uomo umile.

Stefano Caffarri è direttore delle Iniziative Speciali de Il Cucchiaio d’Argento, editore dell’omonimo e ormai mitico ricettario, autorevole riferimento della Grande cucina domestica italiana.

Nella eccezionale location di Casa Lerario, dove il Sannio beneventano coi suoi cipressi sembra travestirsi da landa toscana, confondendo terre e passioni, si è assistito alla ripresa, in grande stile, degli appuntamenti con i pranzi del sabato organizzati da Laura Gambacorta e Giampiero Prozzo.

Degli gnocchi fritti al farro che sono un vero e proprio virtuosismo per intenditori. Tortelli di zucca con fave di cacao da portare al fallimento un intero comparto di produzione industriale: dopo averli mangiati sarà impossibile comprarne al supermercato. Un cotechino con zabaione all’aceto balsamico che rende finalmente giustizia, in un colpo solo, a tutti i cotechini delle cene di fine d’anno, ormai presenti a tavola più per scaramanzia che per gusto.

A portarli è stato Fulvio, titolare della cantina, e nei suoi occhi si legge l’amore per la sua terra

Un viaggio tra i sapori dell’Emilia, terra di origine di Stefano, accompagnati con perfetta alchimia dai vini del territorio della Cantina Cautiero di Frasso Telesino. A portarli è stato Fulvio, titolare della cantina, e nei suoi occhi si legge l’amore per la sua terra. Il vino lo bevo io stesso, e per questo lo faccio biologico e nel modo più naturale possibile, mi dice, mentre al tavolo una coppia di suoi clienti giapponesi sorseggia inebriata il suo prodotto, con l’aria di chi finalmente ha concluso una lunga ricerca.

Capovolgi la bottiglia, e guardala controluce: vedi? Quello che cade è la prova che è tutto biologico.

Il frutto della terra, e dalla terra il vino buono.

Una cantina che è una vera scoperta nel cuore del Sannio. Imperdibili i bianchi.

 

Siamo stati da Casa LerarioMelizzano (BN)

per l’evento

la cucina de Il Cucchiaio d’Argento con Stefano Caffarri

 

Menu

Gnocco fritto al farro con salumi

Erbazzone reggiano con pasta di grano saraceno

Tortelli di zucca con fave di cacao

Cotechino con zabaione all’aceto balsamico tradizionale

Belsone con vino dolce

 

Vini in abbinamento:

Vita Nuova Rosato IGT 2015 – Cantina Cautiero

Erba Bianca Fiano IGT 2015 – Cantina Cautiero

Donna Candida Aglianico DOC 2010 – Cantina Cautiero

 

Si ringrazia per l’Ufficio Stampa Laura Gambacorta

L’idea di creare amuse .it è stata sua. Ma è il suo unico merito, tutto il resto è opera di tanti altri. Non va mai a dormire se non è morto di sonno. Scrive dalla tenera età; ama viaggiare, scoprire, conoscere. Emozionarsi.