Com’è che adesso Dalia è alla Cucharita, a Minorca? Aveva un lavoro e lo faceva bene, a detta dei suoi clienti. I bambini la adoravano, i genitori si fidavano di lei. Era puntuale e competente. Quando lo studio ortodontico di cui era assistente chiudeva, a sera, Dalia non aveva bisogno di portarsi lavoro e problemi a casa.
Dalia questo lo sa quando lascia il posto fisso per trasferirsi a Minorca: è giovane, entusiasta, vuole uscire dalla routine, vuole sentirsi libera e comunque, rinnovarsi, contare sulle proprie forze.
Però un giorno un’amica che era solita portare il figlio in quello studio non ce l’ha trovata più ad assistere il medico. Il bambino era deluso; Dalia sapeva consolarlo e farlo divertire, anche se si trovava lì per questioni noiose. Così, ha chiesto di Dalia all’altra dipendente. Ma lei si era davvero licenziata per inseguire un’altra avventura.
Avere un proprio locale, non dipendere da nessuno, reinventarsi altrove, lontano da casa. Sembra facile ma non lo è. Dalia questo lo sa quando lascia il posto fisso per trasferirsi a Minorca: è giovane, entusiasta, vuole uscire dalla routine, vuole sentirsi libera e comunque, rinnovarsi, contare sulle proprie forze.
Dalia Ramazzotti ci prova: rimoderna, impara, prova ricette, sperimenta ingredienti, sceglie piatti casalinghi, contamina con quelli della tradizione locale, punta sulla qualità, sul gusto. In sala qualche foto-poster dei luoghi più affascinanti dell’isola, dietro il locale un cortiletto dalle mura rosse, con le piante grasse e un po’ di frescura.
La Cucharita, il locale che gestisce da un anno e mezzo oramai, è a Es Mercadal, nel centro di un borgo
La Cucharita, il locale che gestisce da un anno e mezzo oramai, è a Es Mercadal, nel centro di un borgo
a sua volta centrale sull’isola di Minorca. Non stiamo parlando di un chiringuito su una spiaggia affollata ma di un piccolo locale in un paesello che produce ottimo artigianato, e che è nodale nel muoversi da sud a nord, da est a ovest, girando tra le coste splendide e l’entroterra ricco di natura e archeologia di Minorca, l’isola parco, l’isola verde.
Da Es Mercadal si finisce per passare. E allora vi consiglio di passare da Dalia. Soprattutto se vi è preso quel momento malinconico che ogni tanto all’estero capita, e avete voglia di gustare i sapori che placano la nostalgia di casa. La trovate nella sua cucina, da sola. Dario, suo fratello, è tornato dal Giappone per aiutarla in sala. Fidatevi di Dalia, che continuando a sorridere organizza i suoi piatti con cura, vi consiglia le pietanze del giorno e vi informa su quello che ha trovato di veramente fresco, oggi.
Le melanzane alla parmigiana, i piatti di pasta come li preparerebbe vostra madre, con la ricetta del ragù di famiglia o la panna e salmone, ma anche le polpettine di quinoa con le zucchine, o il formaggio di capra impanato con la composta di cipolle. Le bruschette, i toast farciti in abbondanza che piacciono ai ragazzi, affamati dopo la spiaggia. Il tiramisù con la ricetta di nonna, i dolci semplici e appetitosi delle vostre merende. La birra alla spina, buona musica, un’atmosfera rilassata, la fossetta che si apre sulle guance di Dario quando vi porta il cibo condendolo con una frase divertente. La soddisfazione di Dalia quando viene al tavolo a chiedere se tutto è stato di vostro gradimento.
Se arrivate a Es Mercadal all’ora dell’aperitivo, sedetevi sulla via pedonale ai quattro tavoli in fronte alla vetrina della Cucharita, e fatevi preparare una tradizionale Pomada a base di gin minorchino, o uno Spritz alla maniera del bar di quartiere.
E quando pensate che non ci sono più giovani che hanno veramente voglia di lavorare e impegnarsi in giro per questa nostra Europa, passate da Dalia per conoscerne uno.