Quelli della Aldes vanno in giro la notte…

Quelli della Aldes vanno in giro la notte consumati dal fuoco. In girum imus nocte et cunsumimur ingni di Roberto Castello con Alice Giuliani, Mariano Nieddu, Giselda Ranieri, Stefano Questorio.

Quelli della Aldes sono strumenti di un gruppo jazz, ma autentico però, un gruppo jazz dove tante anime si muovono insieme, tante realtà, tanti piani narrativi diversi, ma il cui risultato finale diventa un unicum formidabile che lascia il segno

Quelli della Aldes sono strumenti di un gruppo jazz, ma autentico però, un gruppo jazz dove tante anime si muovono insieme, tante realtà, tanti piani narrativi diversi, ma il cui risultato finale diventa un unicum formidabile che lascia il segno. Quattro performer in scena, luci ed effetti provenienti direttamente da un onirico mondo cyberpunk, una voce fuori campo dal timbro quasi ipnotico, musica martellante, un clangore senza fine che dà il tempo alla danza. Ogni aspetto decisamente preciso e notevole nella sua caratteristica. Eppure, che magnifico risultato il loro agire insieme. Esattamente come fa un gruppo jazz!

Emotivamente coinvolgente tutto lo spettacolo. Messa in scena minimal, affidata alla suggestione di sapienti luci, ora taglienti, ora diffuse. Il tutto giocato su un semplice sistema binario: Dark, Lights, ordina la voce femminile fuori campo,  determinando un cadenzamento d’azione dei ballerini-attori sul paco, un accelerato ritmo respiratorio negli spettatori durante la luce, un momento di rilassamento durante il buio. Serrato il ritmo, continua la marcia che i  quattro atleti, perché anche così possono essere definiti, rappresentano davanti ai nostri occhi. Marciano, e il pubblico, senza neppure averne percezione, inizia a farlo mentalmente con loro in un coinvolgimento emotivo che mai avrei creduto. Dark!! Ordina perentoria ma pacata la padrona del mondo. E centinaia di occhi al buio cercano di capire dove si posizioneranno i ballerini quando la nouvelle maitresse ordinerà: Lights!! E il popolo le obbedirà sembrano dire i muti artisti di nero vestiti. Nessun guizzo nei costumi, nessun colore dovrà distinguerli, renderli differenti uno dall’altro. Qui si sta parlando di vita, quella vera, non quella dei sogni. Di vita conformata, uniformata, guidata dal capo circo. Signori da questa parte, prego, solo da questa parte, entrino signori. Non c’è scelta, non c’è alternativa. A schiena curva e braccia ciondoloni si ubbidisce al mantra del momento, dal biscotto farcito, alla nuova fascista in carica. Ci si prova, è vero, qualcuno cerca di invertire direzione, ma poi chi vorrebbe camminare al buio, tutto solo? Dark!! Imperante la padrona dall’alto! E tutto tace. Neppure il tempo di capire, di discuterne. Più efficace dello schiocco della frusta davanti ai musi spaventati delle fiere in gabbia, vittime senza sapere di esserlo. Metafora forte quella degli Aldes, cruda ed essenziale.

Quelli della Aldes ti hanno confidato un segreto, proprio a te che hai avuto la fortuna di trovarti seduto in teatro. Se non l’hai capito, il problema sei tu!

Questa è la tua vita gridano, senza emettere suono, ad ogni singolo spettatore. Non ti illudere, tu marci in fila ed inquadrato come ti dicono suadentemente di fare, altrimenti la padrona griderà “Dark”!! E neppure lo sai che ti sta ammaestrando. Quelli della Aldes te lo ripetono senza mezze parole, te lo raccontano per un’ora buona di prestanza fisica, mimica, attoriale e scenica. Non scegli niente. Vivi, muori, fai sesso, ti ammali, ridi, litighi. Nulla scegli. La signora sa quando castigarti col buio e quando premiarti con la luce. Quelli della Aldes ti hanno confidato un segreto, proprio a te che hai avuto la fortuna di trovarti seduto in teatro. Se non l’hai capito, il problema sei tu!

Abbiamo visto al Teatro Piccolo Bellini di Napoli

In Girum Imus Nocte et Consumimur Igni

Si ringrazia l’Ufficio Stampa

 

 

Ritengo la narrazione uno dei piaceri più appaganti della vita. Amo le auto, da sempre. Il primo giocattolo che mi ha calmato da neonato è stato un modellino in latta. Adoro scrivere delle quattro ruote. Adoro scrivere in generale. Ci metto anima, istinto, ritmo e passione.