Opera. Una favola strana.

Opera è una follia, un bellissimo momento di ribellione, un movimento oppositivo anche alle leggi della fisica

Al Piccolo Bellini di Napoli si è compiuta l’Opera, intesa proprio come la realizzazione di un lavoro pregevole, prezioso, importante, dall’alto valore intrinseco. Maestri di Strada, Associazione Trerrote e Il Teatro Piccolo Bellini di Napoli, i tre raffinati artigiani da cui è nata”Una favola strana”. Strana sì, strana perché difficile, complicata, uno di quei sogni che per tanti rimangono tali e che invece sulle tavole del Piccolo Bellini ha preso voce, colore, ritmo, consistenza e carattere. Opera è una follia, un bellissimo momento di ribellione, un movimento oppositivo anche alle leggi della fisica. Certo, anche a quelle, a un’accelerazione centrifuga che spinge alcuni quartieri sempre più ai margini, allontanandoli giorno per giorno dal ventaglio delle opportunità, delle occasioni, solitamente riservate a chi solo per caso è nato e cresciuto nel posto giusto. E di certo non è un merito.

Il testo è frutto di un innesto tra due autori apparentemente diversissimi e invece molto più simili di quanto si pensi

In questi due giorni, tutti coloro che hanno calcato il palco del Piccolo hanno vinto. Tutti indistintamente. Opera è fatta di mille cose, di mille caratteri, di mille parole, di mille commistioni. A partire dal testo, frutto di un innesto tra due autori apparentemente diversissimi e invece molto più simili di quanto si pensi, in virtù del fatto che entrambi hanno avuto a cuore il popolo, e più esattamente la parte più debole del popolo, quella più vera, quella che trasforma spesso le lacrime in una risata tagliente. E questi due maestri sono stati Brecht e Viviani.

Inquietante la storia. Un mondo di sotto, buio, puzzolente, abbandonato, estremo, a fare da contrappunto al mondo di sopra, pieno di luce, sfavillante, ambito, ma forse ancora più corrotto del suo omologo ipogeo. E il mito del doppio, del bene e del male, dell’uno e il suo contrario ritorna in tutto la sua veemenza, servito al pubblico da una compagnia che ha saputo spendersi molto bene nonostante fosse per la maggior parte degli attori un primo debutto. Notevoli i ragazzi in scena, alcuni sicuramente già in grado di sostenere prove importanti con colleghi dalla già consolidata carriera.

In queste sere la loro stella ha brillato come non mai, che neppure quando è nato Gesù bambino

Non è stato facile, emozionalmente, assistere a questo spettacolo. Sul palco si stava raccontando una verità, amarissima, spesso schivata, evitata. In fondo occhio non vede… Mi sono chiesto quanti di loro stessero in realtà raccontando se stessi. A fine spettacolo la gioia è stata immensa. Avevano compiuto l’Opera, e con grande risultato. Ma quella gioia, pensavo, rimarrà un momento circoscritto o diventerà una buona stella da seguire? I giovani attori provengono tutti dalla periferia orientale di Napoli, dove spesso il sole non scalda e i lampioni non fanno luce. E bravi tutti quindi. Bravi per il talento, bravi per la caparbietà, bravi perché se ci credi poi riesci, bravi per aver visto la stella, bravi perché non l’hanno persa di vista. E in queste sere la loro stella ha brillato come non mai, che neppure quando è nato Gesù bambino.

Abbiamo visto “Opera. Una favola strana” al Piccolo Bellini di Napoli

Si ringrazia l’Ufficio stampa.

Ritengo la narrazione uno dei piaceri più appaganti della vita. Amo le auto, da sempre. Il primo giocattolo che mi ha calmato da neonato è stato un modellino in latta. Adoro scrivere delle quattro ruote. Adoro scrivere in generale. Ci metto anima, istinto, ritmo e passione.