Ermanno e la rivincita degli orchi

Viareggio, 31 gennaio, 1969. Ermanno ha dodici anni, pochi amici, una bici rossa. Nel pomeriggio va a fare un giro con i compagni. Non farà mai rientro a casa.

Sembrerebbe un lavoro su un cold case, un delitto fitto di mistero e dai mille contorni rimasti irrisolti, Il bambino con la bicicletta rossa, dramma ispirato alla vicenda di Ermanno Lavorini, penultimo appuntamento della decima edizione della rassegna Teatro alla Deriva, andata in scena nel laghetto delle Terme Stufe di Nerone per il testo e la regia di Giovanni Meola.

Ma la rappresentazione non punta i riflettori su un delitto fra tanti: la morte del piccolo Ermanno è una cesura tra due epoche: c’è un prima e un dopo il ritrovamento del suo corpicino sulla spiaggia.

Finisce insieme a lui, in Italia, e per sempre, l’età dell’innocenza, della spensieratezza, in un certo senso della fiducia accordata agli altri sin dal principio. Compaiono gli orchi nelle narrazioni familiari, e la diffidenza da malanimo diviene un obbligo che ogni buon genitore deve osservare.

Uno spettacolo di drammaticità cruda e incalzante,

Ne parla persino Ligabue, in Nel Tempo: “Ed hanno ucciso Lavorini / E dopo niente è stato come prima“. Prima di Ermanno i bambini uscivano per strada da soli, e la loro custodia era diffusa e condivisa tra le borgate dove ci si conosce tutti, e tutti non ci si fa del male, dove eravamo tutti zii di tantissimi nipoti, ogni bambino è prontamente individuato come “il figlio di…“, e a ogni marachella faceva seguito un “lo dico a tuo padre” lanciato a mo’ di bestemmia educatrice e terapeutica, che suonava ai bambini come una minaccia, ma che in fondo era anche per loro rassicurante, li faceva sentire in custodia, sempre sotto costante protezione.

Ma adesso, dopo Ermanno, ci sono i pedofili. I cattivi. E il rischio che un bambino uscito di casa per andare al parco giochi non faccia più ritorno.

Uno spettacolo di drammaticità cruda e incalzante, con un ottimo Antimo Casertano a dare voce a tutti i nove protagonisti della vicenda – ma il vero protagonista in scena era lui stesso, che ha dato prova di sè con eccezionali capacità mimetiche e una presenza scenica del tutto fuori scala.

Teatro alla Deriva, l’ormai tradizionale rassegna estiva all’ombra del laghetto delle Terme Stufe di Nerone, si conferma come luogo di confronto e sperimentazione, in grado di popolare le serate estive con la consueta cifra di approfondimento culturale.

Abbiamo visto:

Il Bambino Con La Bicicletta Rossa
di Giovanni Meola, da una idea di Ernesto Colutta
con Antimo Casertano
alle Terme-Stufe di Nerone
nell’ambito della rassegna TEATROallaDERIVA (il teatro sulla zattera)
Si ringrazia l’Ufficio Stampa

L’idea di creare amuse .it è stata sua. Ma è il suo unico merito, tutto il resto è opera di tanti altri. Non va mai a dormire se non è morto di sonno. Scrive dalla tenera età; ama viaggiare, scoprire, conoscere. Emozionarsi.