Frida Kahlo

Innanzitutto credo sia urgente invitarvi a seguire la programmazione del Teatro Tram. Non tanto per portare spettatori in sala e quindi fargli un favore, ma al contrario per fare una cortesia a noi stessi. Riuscire finalmente ad affrancarsi dalle troppe lagne, da cose ultra viste, da nomi noti, semmai provenienti dalla peggior tv scema-popolare che i grandi teatri si ostinano a proporre, venendo meno alla mission del palcoscenico di far veicolare idee, di indurre curiosità, di predisporre al dibattito, in sintesi di far cultura, quella seria, di spessore. E invece, ahimé, quanto squallore, quanto narcisismo senza ragion d’esistere. Il merito di questo piccolo Teatro, incuneato in uno dei luoghi simbolo di Napoli, Port’Alba, è il coraggio delle sue proposte, la freschezza degli autori, la generosità degli attori. Ogni volta è una sorpresa, ed ogni volta mi stupisco del fatto che le grandi idee possano vedere luce anche con piccoli budget. Inviterei alcuni direttori a fare uno stage da loro…

ogni volta mi stupisco del fatto che le grandi idee possano vedere luce anche con piccoli budget

Ieri sera ho avuto il piacere di assistere a “Frida Kahlo”, atto unico con Titti Nuzzolese e Peppe Romano nel ruolo di Diego Rivera. Attori in scena, e immediatamente arrivano, diretti alla platea, l’antipatia di Rivera e la fragilità di Frida, come fossero stati due pesanti schiaffoni. Due sonore mazzate che ci hanno inchiodato ai nostri posti, con gli occhi puntati al palco, per non perdere nulla, neppure una parola. Ciascun personaggio ha parlato brevemente di sé, una veloce introduzione, secca, senza sconti, come per mettere subito le carte in tavola. Un sottotesto che recitava: caro spettatore, questa è la situazione, nuda e cruda, spigolosa e tagliente.

Lo spettacolo è andato avanti tutto d’un fiato, con un ritmo sempre all’altezza dell’intensa storia che andava a raccontare. Molto interessante l’avvicendarsi di due registri narrativi che hanno alternativamente impegnato i  bravissimi protagonisti: voce narrante dell’uno e dell’altra e poi il dialogo fra loro, escamotage perfetto per accompagnare noi spettatori lungo il trascorrere degli anni, facendoci meglio comprendere il preciso momento di taluni accadimenti. La scrittura di Mirko Di Martino è stata davvero efficace, così come la sua stessa regia.

…poi ti capita un duo come Nuzzolese e Romano e lo stupore aumenta ancor più

Gli attori per me sono un mistero da sempre. Mi chiedo come facciano a ricordare tutto, come non vogliano scappare prima di andare in scena. E questo, ai miei occhi, li rende ancora più speciali. Poi ti capita un duo come Nuzzolese e Romano e lo stupore aumenta ancor più. Restituire in modo verosimile una storia di vita tanto articolata e complessa, a mio avviso, è cosa propria dei grandi attori. E Titti Nuzzolese, che avevo già avuto il piacere di vedere, conferma in pieno le sue doti istrioniche, la sua classe, e una naturale eleganza che incanta il pubblico. Non avevo mai visto invece Peppe Romano. A lui il mio personale applauso, per tutte le sfumature che ha saputo emanare durante la performance.

Frida Kahlo è un personaggio arrivato a me, anni fa, come la pittrice messicana un po’ eccentrica e fuori dai canoni, cifre che in qualche modo devono appartenere agli artisti, secondo l’immaginario collettivo. E mi sa che spesso pecchiamo di superficialità nel dare giudizi affrettati ai nomi noti. Questo spettacolo ha avuto il merito di andare oltre la percezione superficiale di una vita tutta trasgressione e arte. Ha restituito l’immagine della persona ben oltre il nome Frida. Una donna fragile, vittima mille volte, che resisteva alla vita perché la vita non fuggiva da lei. Una persona che ha fatto il meglio che poteva per combattere i suoi diavoli, finché, esausta non l’ha avuta vinta sul suo stesso respiro, morendo ancora giovane. Noi pubblico abbiamo avuto l’occasione di tributarle quella pietas che forse le viene negata per la forza delle sue opere, per un nome, che seppur in ritardo, viene accostato alla fama, al riconoscimento mondiale.

Frida era una donna con un immenso talento e mille sofferenze, esattamente come sono stati capaci di raccontarci quelli del Tram.

Abbiamo visto “Frida Kahlo”

al Teatro Tram di Napoli

Si ringrazia l’Ufficio Stampa

Ritengo la narrazione uno dei piaceri più appaganti della vita. Amo le auto, da sempre. Il primo giocattolo che mi ha calmato da neonato è stato un modellino in latta. Adoro scrivere delle quattro ruote. Adoro scrivere in generale. Ci metto anima, istinto, ritmo e passione.