Ci vuole un gran coraggio a ridere in faccia al dolore, ma è forse l’unico modo possibile per sconfiggerlo davvero, farlo nostro, buttarsi il passato alle spalle. È questo il tratto principale di “Ehi… Prof! Posso venire la prossima volta?”, la commedia brillante di Paolo Caiazzo andata in scena al Teatro Augusteo di Napoli dal 4 al 13 febbraio.
alla maniera napoletana di vivere il male se ne fa beffe
L’emergenza Covid ha rappresentato una cesura nelle vite di tutti noi: come per l’avanti Cristo e il dopo Cristo, esiste collettivamente e per ciascuno un prima e dopo il Covid. E il testo di Caiazzo è un vero esorcismo che se ne prende burla, che lo schernisce, che alla maniera napoletana di vivere il male se ne fa beffe per poter ricominciare davvero e daccapo. Un fil rouge saliente abilmente dissimulato all’interno di una commedia brillantissima che strappa più di qualche risata, ma che non lascia scampo a chi si aspetta di assistere a uno spettacolo di leggera e insipida comicità. Gli spunti di riflessione infatti non mancano mai, e l’intero testo ne è condito con destrezza, con la medesima talentuosa noncuranza con la quale i grandi chef, quasi senza pensarci, registrano il sale delle loro pietanze prima di presentarle in tavola.
Lontano dal voler rintracciare vittime e carnefici non mancano le sferzate ai no-vax, non mancano sottili critiche politiche, ma soprattutto non manca mai l’ironia, a volte articolata, a momenti pungente, sempre sottile e ben tesa, mai deprezzata verso la derisione. Se mai ci siamo detti, un giorno rideremo di tutto questo, uscendo da teatro possiamo ben dire che quel giorno è arrivato.
Una commedia che si propone di fare pari e patta col passato
Una commedia che si propone di chiudere una parentesi, fare pari e patta col passato, forse ambiziosamente anche di aiutare, per quanto può e nella sua modesta misura, a riporre la paura nel cassetto.
La trama è articolata secondo schemi anche classici e scivola liscia come l’olio nella sua comprensione, entra dentro, cattura lo spettatore, coinvolge sinceramente e senza troppi sforzi. C’è il professore, la moglie, la figlia, il genero. I compagni di classe. La vicina lasciva, un matrimonio annoiato, la crisi e la ripartenza, nuovi e acerbi amori che nascono. Ci sono le scorte di lievito, i Dpcm di Conte, gli striscioni col ce la faremo e i cori fuori al balcone. C’è naturalmente un cast talentuoso e sempre sul pezzo, che non perde un sospiro, una pausa, un accordo, una battuta, riuscendo a non incespicare mai a dispetto di un ritmo scenico talvolta persino incalzante.
La nottata è passata, e Caiazzo le ha tributato un requiem
Una definitiva conferma per Daniela Ioia, che affianca il carismatico Paolo Caiazzo nel ruolo della moglie; notevolissime le interpretazioni di Mery Esposito (la vicina) e Lucienne Perreca (la figlia); parimenti apprezzabili Daniele Ciniglio (il genero) e Giovanni Allocca (il fratello), ma è stato senza dubbio il nutrito gruppo di giovani artisti che hanno interpretato la classe del prof, e che hanno dato tutti ottima prova di presenza scenica, a esaltare la prestazione complessiva.
Ma la sostanza è che ha smesso di piovere, non potendolo fare per sempre. La nottata è passata, e Caiazzo le ha tributato un requiem. Al di là del testo e oltre il cast c’è tutto quel che serve, nell’immaginario popolare, per smontare il monumento al dolore erto al centro della Piazza, e costruirvi un parco giochi.
Abbiamo visto:
“Ehi… Prof! Posso venire la prossima volta?”
di e con Paolo Caiazzo
con Daniela Ioia, Giovanni Allocca, Daniele Ciniglio, Mery Esposito e Lucienne Perreca.
al Teatro Augusteo di Napoli
Si ringrazia l’Ufficio Stampa