Mamma, piccole tragedie minimali. Al Bellini incontri anche tua madre

Si trovano tutti i tratti archetipici della figura materna, nel Mamma, piccole tragedie minimali di Annibale Ruccello, per la regia di Antonella Morea, andato in scena al Piccolo Bellini con la sentita performance di Rino Di Martino. Un soliloquio viscerale, che affonda le radici nelle più profonde memorie edipiche, e che porta alla luce i conflitti, le contraddizioni, e ogni articolazione possibile dell’amore, dell’odio materno. Il vernacolo è stretto come vuole la tradizione, e il suo dispiegarsi concreto in lingua napoletana corrobora, col sentimento proprio dell’idioma, lo slancio artistico di Di Martino, profondamente e arcaicamente teatrale.

In scena, tre monologhi serrati, dal ritmo intenso, vere e proprie fauci di lupo che con la loro prosa inghiottono lo spettatore attraverso la bocca dell’attore

In scena, tre monologhi serrati, dal ritmo intenso, vere e proprie fauci di lupo che con la loro prosa inghiottono lo spettatore attraverso la bocca dell’attore. La simbologia è tanto ricca quanto minimale la sceneggiatura, e la mimesi imposta all’autore dalla regia ne esalta le capacità artistiche, non facendo rimpiangere la scelta classica di affidarsi all’imitazione per rendere scene che risultano infine più reali del reale. La madre di Ruccello è benevolente e carogna, pazza e martire, disposta al sacrificio e insieme vittima sacrificale, ma il veicolo fiabesco conferisce alla narrazione gli strumenti per attingere al surreale, all’inconscio singolare e collettivo, così marcando nettamente la differenza col reale e strizzando l’occhio alle interpretazioni psicologiche. La chiave che definisce le tre fiabe è onirica, fa appello a immagini remote nella memoria dei bambini: ne è emblema lo specchio che accoglie Rino Di Martino in scena, velata metafora dello specchio di Biancaneve, che si fa teatro nel teatro, ed eco dei racconti che le introducono. Al centro, la cultura popolare postmoderna contribuisce a caratterizzare i personaggi in chiave tragicomica, evidenziando in maniera profonda le contaminazioni suggerite dalle telenovelas, dai media, dai personaggi televisivi e dello spettacolo. Una scelta che non si esaurisce nella verve comica, ma che ben più profondamente indica quanto fragile e permeabile sia il tessuto connettivo popolare, primo a rispondere alle sollecitazioni dell’industria culturale, e primo anche a diffonderle, efficacemente, dal basso.

 

Abbiamo visto:

Mamma. Piccole tragedie minimali

di Annibale Ruccello
con Rino Di Martino
regia Antonella Morea

al Piccolo Bellini di Napoli

Si ringrazia l’Ufficio Stampa

L’idea di creare amuse .it è stata sua. Ma è il suo unico merito, tutto il resto è opera di tanti altri. Non va mai a dormire se non è morto di sonno. Scrive dalla tenera età; ama viaggiare, scoprire, conoscere. Emozionarsi.