L’amore del cuore, se soltanto potessimo tornare indietro

Ricominciamo. Quante volte avremmo voluto poterlo fare, se fosse possibile tornare indietro. Ma il tempo incide strade a senso unico sul sentiero della vita, e gli incroci mancati, gli errori commessi, gli incontri sbagliati e quelli giusti mai fatti sono frutto di una somma di eventi, di circostanze, di minuti dettagli che, tutti insieme, costruiscono il percorso unico e irripetibile del quale ciascuno di noi è protagonista.

Se potessi tornare indietro ci diciamo talvolta, tradendo un rimorso o esplorando un rimpianto. Se potessi tornare indietro – ci ripetiamo – allora farei, non farei, questo o quell’altro. Ce lo diciamo nell’ingenua convinzione di aver saputo individuare il tassello giusto da dover cambiare, per rendere la nostra strada trionfante e il nostro cammino certo in direzione della felicità.

non è detto affatto che il bandolo appena recuperato non s’ingrovigli ancora di più

Non ci rendiamo però conto, dicendolo, che cambiando quel minuto tassello, infiniti altri varierebbero, adattandosi alle nuove circostanze. Un nuovo percorso ci si presenterebbe davanti, costellato anch’esso di gioie e di dolori, e di successi piccoli e grandi, e grandi e piccole sconfitte. Se solo potessimo tornare indietro e colmare quel rimpianto; se solo potessimo tornare indietro e astenerci da quel rimorso; ecco, se solo potessimo cambiare il passato, non è detto che il futuro smetta poi per incanto di riservarci amare sorprese, non è detto affatto che il bandolo appena recuperato non s’ingrovigli ancora di più, appena più avanti.

Il percorso è sempre unico, e il film della vita non è affatto un film. Se pure lo fosse, il regista non sempre è prevedibile, e di certo non inserisce sempre il lieto fine al termine della pellicola per compiacere il suo pubblico.

 

È questa la chiave de L’amore del cuore, sul testo di Caryl Churchill, per la regia di Lisa Ferlazzo Natoli, in scena ancora fino all’8 maggio al Teatro Bellini di Napoli. Un testo che prende a pretesto vicende familiari piccole e secondarie, per destrutturarle e rappresentare una realtà distopica che comprime gli eventi, li scompone e li condanna a infinite ripetizioni con minute variazioni sul tema.

L’artificio di regia mette alla prova gli eventi, protagonisti del testo ancor più dei pur talentuosi Tania Garribba, Fortunato Leccese, Alice Palazzi e Francesco Villano, che sopportano la sceneggiatura – vibrante, tecnicamente complessa – con ironia e sagace presenza scenica.

Il tentativo concesso, nell’economia democratica del destino, è per tutti soltanto uno

Emergerà ben presto che l’agognata felicità si colloca al termine di un sentiero unico, popolato da innumerevoli accidenti, da circostanze apparentemente insignificanti e da ordinarie vicende, sottese alle quali stanno ben nascosti i momenti salienti che rappresentano i bivi che inconsapevoli, di tanto in tanto, imbocchiamo, e che determineranno tutto il cammino successivo.

Bisogna essere ben fortunati per centrare al primo colpo tutti i bivi giusti, e far arrivare l’amore del cuore, evitando di frantumarci, di perderci, di cadere, di ferirci per la via. Bisogna essere talmente fortunati da poter scommettere che tale fortuna non accade davvero a nessuno. Il tentativo concesso, nell’economia democratica del destino, è per tutti soltanto uno.

 

Abbiamo visto:

L’amore del cuore, di Caryl Churchill
regia Lisa Ferlazzo Natoli
con Tania Garribba, Fortunato Leccese, Alice Palazzi, Francesco Villano
al Piccolo Bellini fino all’8 maggio. Info qui
Si ringrazia l’Ufficio Stampa

ph.: Sveva Bellucci

L’idea di creare amuse .it è stata sua. Ma è il suo unico merito, tutto il resto è opera di tanti altri. Non va mai a dormire se non è morto di sonno. Scrive dalla tenera età; ama viaggiare, scoprire, conoscere. Emozionarsi.