La condizione femminile smetterà mai di essere tale?

Chiara Orefice
Ieri sera, al Teatro Tram di Napoli, apertura di stagione con “Una storia per Euridice”, un monologo di Luisa Guarro sulla ninfa amata da Orfeo.
Chiara Orefice superlativa, padrona del palco e soprattutto padrona del suo corpo, delle sue capacità. Luisa Guarro raffinata ed efficace nella sua scrittura e nella sua regia
Chiara Orefice superlativa, padrona del palco e soprattutto padrona del suo corpo, delle sue capacità. Luisa Guarro raffinata ed efficace nella sua scrittura e nella sua regia. Ma oltre questo, oltre l’aspetto estetico, mi chiedo a quanti sia arrivato il valore fortemente etico di questa specifica reinterpretazione del mito. La piece ha vinto il premio “Regista con la A”, premio dedicato algli spettacoli diretti da donne. E già, perché anche a tetaro, luogo di libertà per elezione, almeno in teoria, le donne sono relegate in un angolo. E dov’è sempre stata Euridice, se non in un angolo? Chi rappresenta da secoli questa donna? Se stessa? Ma neppure per sogno. Euridice è solo una pedina, un pretesto per parlare di Orfeo e di Aristeo. Ci si strugge da secoli per il dolore della vedovanza di Orfeo, eppure, chi ci ha rimesso le penne è la malcapitata ninfa. E allora evviva per questa rivalsa voluta dalla Guarro. Stavolta è Euridice che racconta la sua storia, il suo punto di vista, e lo fa come un fiume impazzito, prima monotono, poi rumoroso, poi delirante, impietoso a vomitare tutto il fiele, il dolore, e poi la morte, l’assenza, il nulla. “La libertà ti rende affascinante, bello, interessante” così recita la Orefice, e per tante donne, ancora oggi, nella nostra quotidiana contemporaneità moderna, solo la morte le rende veramente libere. Euridice muore, per sfuggire ad Aristeo, perché per troppi umoni, il “No” di una donna vale meno del biglietto usato di una metro. Euridice muore ogni giorno, cadendo dalle scale, sventrata da un coltello, soppressa sotto una mitragliata di cazzotti, dilaniata sotto le bombe. Euridice muore per mille motivi perché ogni giorno nasce un Aristeo.
E quindi, dopo tutta la rabbia che mi è salita, continuo a chiedermi, questa mattina, quanti Aristeo in sala, maschi o femmine che fossero, si siano accorti di cosa si stesse raccontando. Sì, gli Aristeo non hanno genere, si è Aristeo in testa, nelle viscere, in ogni fibra muscolare, a prescindere dal sesso di nascita.
Il teatro bello è sempre un regalo, il teatro bello è sempre una gran fortuna. Il teatro bello va sostenuto e vi invito a farlo, anche andando a vedere questo spettacolo, che resterà in scena fino al 30 ottobre prossimo.
La condizione femminile smetterà mai di essere tale?
Abbiamo visto “Una storia per Euridice”
Al Teatro Tram di Napoli
Testo e regia di Luisa Guarro
con Chiara Orefice
coreografie e canti Chiara Orefice
disegno luci Paco Summonte
allestimento scenico Giorgia Lauro
scenografia, costumi e scelta musicale Luisa Guarro
produzione Teatro dell’Osso con TRAMRingraziamo l’Ufficio Stampa nella persona di Chiara Di Martino