È tutta colpa della luna

“È tutta colpa della luna” è uno spettacolo in realtà imperniato sul non-amore, o se vogliamo, sull’interpretazione più malata e deviata di questo sentimento

“Sulla terra non esistono due individui uguali, quindi per un uomo ci sarà sempre una sola donna che lo completi realmente; la probabilità d’incontrarla però è quasi nulla”. Questa frase introduce lo spettacolo che ha debuttato giovedì al Teatro Tram di Napoli. Parole di Schopenhauer, che se fosse vissuto nel mondo contemporaneo, avrebbe sicuramente corretto in “sulla terra non esistono due individui uguali, quindi per un individuo ci sarà sempre un solo individuo che lo completi realmente; la probabilità d’incontrarlo però è quasi nulla”. Così, a me, sembra molto più emozionante. “È tutta colpa della luna” è uno spettacolo in realtà imperniato sul non-amore, o se vogliamo, sull’interpretazione più malata e deviata di questo sentimento. Che spesso, sinceramente, è più paura della solitudine che vera intenzione di comunanza di vita.

L’altro individuo, quello che completa, è quasi impossibile  da trovare, lo dice anche Schopenhauer. E quindi, presi da un egosimo cieco e furibondo, il bene si trasforma in morte, in delitto, in delinquenza, frutto di un amor proprio senza limiti, di un innamoramento di sé che non prevede rifiuti. “Tu non ami una persona stupenda e pefetta come me? Mi rifiuti? Pagherai amaramente questa offesa. Dopotutto, in tanti conservano un’animo primitivo, istintuale, viziato, vizioso, appiccicoso, inquietante. E la violenza scatta davvero, fredda e puzzolente come il sangue raggrumato, con quel caratteristico odore di ferro bagnato.

Il canto è triste, di lutto, è un lamento. È incenso di morte, di aspersione di corpi ormai non più vivi

Il teatro non nasconde nulla, e questo spettacolo, rispettando la sua primigenia funzione, senza mezzi termini, l’amara realtà dell’amore non trovato ce lo ha raccontato senza sconti giovedì sera: incenso, tanto, intenso, denso, melenso, la sala ne è piena. Lo portano sul palco mentre una nenia, una cantilena quasi mi ipnotizza. Aria di chiesa, aria di tempio, forse buddista? Non so, il canto è triste, di lutto, è un lamento. È incenso di morte, di aspersione di corpi ormai non più vivi.

I dialoghi si susseguono, citando il mito, citando opere più recenti. Epoche diverse a raccontare, tutte, lo stesso scempio: la morte per finto amore. Menelao, Elena, Medea, Cristina, vittime, carnefici, tutti a dire le proprie ragioni, tutti a piangere disperati per cercare di apparire giustificabili. Un carosello di disperazione che troppo spesso non ci accorgiamo di avere intorno a noi, oltre la parete nell’appartamento di fianco, sullo stesso marciapiede, alla scrivania del vicino in ufficio. E il taeatro fa bene a sbattercelo in faccia.

Magnifico il dialogo di Medea e Giasone, separati, idealmente, da una porta. Emozionante il duetto di Chiara Barassi e Sonia Totaro: unite, sincroniche, affiatate, una sola voce. Probabilmente uno dei momenti migliori. Replicano anche domani, per chi avesse voglia di guardarsi allo specchio e di premiare il teatro di coraggio.

Abbiamo visto

È TUTTA COLPA DELLA LUNA

con Chiara Barassi, Francesco Luongo, Sonia Totaro

aiuto regia Roberto Ingenito

regia Francesco Luongo

Al Teatro Tram di Napoli

Si ringrazia l’Ufficio Stampa nella persona di Chiara Di Martino

info e prenotazioni

cell. 342 1785 930

tel. 081 1875 2126

email tram.biglietteria@gmail.com

 

 

Ritengo la narrazione uno dei piaceri più appaganti della vita. Amo le auto, da sempre. Il primo giocattolo che mi ha calmato da neonato è stato un modellino in latta. Adoro scrivere delle quattro ruote. Adoro scrivere in generale. Ci metto anima, istinto, ritmo e passione.