“BATHROOM – dialoghi per donna, phon e Raffaella Carrà”

Mentre scrivo sta andando in scena l’ultima replica di “BATHROOM – dialoghi per donna, phon e Raffaella Carrà”. Chissà a che punto sta Valeria Impagliazzo, in quale momento della recita si trova. E chissà di che colore sarà il completino intimo che sbandiera mentre balla. Ieri sera color carne, ma poi alla fine lo taglia con le forbici, per cui penso che ne abbiano comprato uno per sera. Tutti uguali, oppure diversi fra loro? Sbirciavo da un immaginario buco della serratura nella stanza da bagno di una ragazza qualunque, alle prese con i propri demoni e le proprie consapevolezze.

…quando l’aspetto giudicante e castrante del proprio ambiente è percepito come lontano e quiescente

Quanto può durare una routine di preparazione femminile per l’uscita serale? Abbastanza, il tempo giusto per parlare con sé stessi in piena libertà, senza dover far finta, per dovere e per cultura, di essere diversi da quel che si è. Mentirsi sarebbe l’anticamera della pazzia, ma la protagonista invece pare equilibrata in fondo, semplicemente libera, chiusa nel segreto del proprio bagno, dove un imprevisto, un malinteso, innesca una serie di piccoli monologhi senza freni, tipici di quando si ha certezza di essere soli, di quando l’aspetto giudicante e castrante del proprio ambiente è percepito come lontano e quiescente.

Raffaella Carrà entra meno di quanto si creda in tutta la storia. Entrano soprattutto alcune sue canzoni, che in qualche modo hanno segnato l’evoluzione personale della protagonista. Raffaella Carrà rimane sullo sfondo, sbiadita in qualche modo, semplice gancio utile a scatenare una serie di riflessioni, alcune più comiche, altre più introspettive, sullo status di donna single, disabituata ad esserlo e che deve ammettere un certa fragilità dovuta proprio al non poter più condividere il quotidiano con un’altra persona. Che non si pensi, assolutamente, che la cosa riguardi solo il genere femminile. L’inaccettazione dell’abbandono appartiene un po’ a tutti, e il periodo di lutto è un senso unico obbligatorio da percorrere fino in fondo. Finirà, ma è il cammino ad essere infido ed accidentato. E lei, lì sul palco, ce lo racconta, in un alternanza di stati d’animo ben noti a tutti noi.

Non ho neppure sentito lo splash, l’acqua è rimasta quieta.

A volte comico, a volte quasi drammatico, il rituale della preparazione femminile va avanti, fino all’acme finale, letteralmente, dove a mio avviso, un’attrice mostra di avere il mestiere. Il teatro è uno spettacolo dal vivo, è come un tuffo, una volta in volo puoi scegliere di fare due cose: prepararti a fare la migliore entrata in acqua oppure farti prendere dal panico e provocare un’onda anomala. Non ho neppure sentito lo splash, l’acqua è rimasta quieta.

Dopo 50 minuti, la routine di preparazione di una ragazza, per l’uscita serale, si conclude, l’ho scoperto ieri sera.

Abbiamo visto

BATHROOM – dialoghi per donna, phon e Raffaella Carrà”

Di e con Valeria Impagliazzo
Musiche originali e sonorizzazione dal vivo Pasquale Ruocco
Luci Antonio Florio
Produzione Opificio delle Teste Dure

Al Teatro Tram di Napoli

Si ringrazia l’Ufficio Stampa nella persona di Chiara Di Martino

Ritengo la narrazione uno dei piaceri più appaganti della vita. Amo le auto, da sempre. Il primo giocattolo che mi ha calmato da neonato è stato un modellino in latta. Adoro scrivere delle quattro ruote. Adoro scrivere in generale. Ci metto anima, istinto, ritmo e passione.