“I social network sono un fenomeno positivo ma danno diritto di parola anche a legioni di imbecilli che ora hanno lo stesso diritto di parola dei Premi Nobel”, parole testuali di Umberto Eco, pronunciate nel 2015 durante un discorso all’Università di Torino. Dissero: una boutade, gli è scappata, non la pensa davvero così. Ma mai come oggi, in epoca di leoni da tastiera, queste parole fanno riflettere. Il diritto di parola non è mai stato più trasversale, e ognuno sente di avere il diritto – di più: il dovere – di dire la propria su ogni cosa. Proprio su tutto. Rivolgendosi all’interlocutore, peraltro, come mai avrebbe probabilmente il coraggio di fare di persona: complici la distanza, l’anonimato, lo stare dietro uno schermo, si perdono ogni traccia di empatia e i minimali dell’educazione, e tutto è consentito.
Un tempo le vicende si risolvevano diversamente, con duelli all’arma bianca. Ci si incontrava all’alba con l’avversario in un campo bagnato dalla rugiada, si nominava un giudice e, appena schiarita la nebbia del primo mattino, si decideva la contesa al primo o all’ultimo sangue, in modo che il vincitore potesse scrivere la storia. Se poi i tiri di fioretto non fossero bastati, si sarebbe proceduto a suon di coltelli: da qui la locuzione “venire ai ferri corti“, per intendere la più aspra contesa che arriva all’ultimo sangue.
Carmine e Ludovico, benché diversi in tutto, da buoni fratelli ai ferri corti non son venuti mai, ma la locuzione è loro comunque cara, perché designa il loro punto d’incontro e d’unione dopo un lungo e separato peregrinare. Percorsi diversi destinati a unirsi, che fanno dei giri immensi, ma poi ritornano.
Ai ferri corti è la loro braceria, sintesi delle comuni e differenti esperienze, che nasce dalla passione di entrambi per la ristorazione. Siamo a Nocera Inferiore, provincia di Salerno, antichissima comunità di origine etrusca che giace a est del Vesuvio, sul versante settentrionale dei monti Lattari, che costituiscono l’ossatura della penisola sorrentina. La tradizione enogastronomica del territorio è magistrale, e attinge a ogni punto cardinale in chiave di sintesi.
È qui che Ludovico Villani decide di dare vita alla braceria I ferri corti col fratello maggiore Carmine, dopo un percorso professionale che l’ha visto dapprima aiuto cuoco sulle navi della Grimaldi Lines, all’Hotel Towers di Castellammare di Stabia e, dopo essersi specializzato a Londra, come pastry chef all’Hotel Caruso di Ravello. Carmine, dal canto suo, ha frequentato l’Accademia di Macelleria del maestro Enrico Conti, affiancando la passione del vino a quella per la carne e acquisendo la qualifica di sommelier.
La serata dedicata alla stampa ci ha permesso di apprezzare l’ottima selezione di carni e vini e la cura dei dettagli, oltre a antipasti ben equilibrati e dei primi piatti che trasudano passione e quella certa dose di creatività che non guasta mai.
Un locale sobrio, elegante, dalla personalità spiccata, che si affaccia sul panorama nocerese all’insegna dell’innovazione e della qualità, privilegiando la selezione sul territorio senza trascurare, sia in frigo che in cantina, di dare uno sguardo alle migliori specialità nazionali e internazionali.
Siamo stati alla cena stampa della
Braceria “Ai ferri Corti”
di Carmine e Ludovico Villani
in Nocera Inferiore (SA)
Si ringrazia l’Ufficio Stampa