Il gesto antico, universale, del cullare una creatura appena nata. Il dolore atavico del parto, che culmina nel pianto unisono di madre e figlio, da cui ha inizio ogni vita. Il segno della femminilità, dell’essere donna e madre, impresso in ogni passo, in ogni danza, in ogni rintocco del tamburo. E poi storie, storie di madri, storie di figli, storie di incertezze e di paure. Ma soprattutto storie di speranza, di amore, di un moto dell’anima che non vuole arrendersi mai. Storie di vita.
E difatti è la vita la protagonista indiscussa, di essa si parla ed essa si celebra in Ventris Tui, di Michele Casella, performance artistica a cura dell’Associazione Arabesque realizzata col contributo del Comune di Napoli nell’ambito del progetto Altri Natali.
Si celebra il miracolo della vita, che compie se stesso nel ventre delle donne, e lo si fa unendo più arti in un luogo, la Galleria Borbonica, che offre alla metafora della nascita il paradigma della grotta, perfetta declinazione del topos letterario e religioso della maternità.
Come raramente accade, il pregio della cornice è in questo caso almeno pari a quello del quadro: l’arte e il luogo si fondono ed esaltano reciprocamente, divenendo ciascuno elemento essenziale della rappresentazione, in una misura del tutto inconsueta e con esaltante fervore artistico.
È difficile immaginare un luogo migliore del ventre di Napoli, città madre per eccellenza, per esaltare il ventre delle donne, la femminilità, il miracolo della vita; così come è difficile immaginare, per sforzo di coreografia e simbiosi d’arti, pur nei limiti dei mezzi, materiali e artistici, una performance di pari sensibilità, che s’innesta come un degno quadro all’interno di una pregiata cornice.
Uno spettacolo religioso e laico, sacro e pagano insieme, che affonda le radici nelle sensibilità più remote, sottese a ogni interpretazione religiosa o filosofica.
Per la direzione artistica di Annamaria Di Maio e le coreografie di Francesca Gammella sono in scena l’attrice Angela De Matteo (già ne I bastardi di Pizzofalcone), con sette danzatrici (Ginevra Cecere, Manuela Facelgi, Barbara Krumm, Fabrizia Maddaloni, Francesca Ferraresi, Martina Golino, Elisea Scagliarini), Alessia Viti al violino e Pina Valentino alla tamborra, in un percorso artistico che culmina ed è parallelo alla scoperta della Galleria Borbonica nel percorso denominato Via delle Memorie. È lungo i suoi corridoi che riecheggiano gli orrori della guerra, così come il vivere quotidiano della città sovrastante, che ha attinto al tufo della galleria per realizzare se stessa, lasciando al di sotto un vuoto solo apparente, che è colmo di memorie.
A margine di una performance che non lascia niente al caso si rincorreranno riflessioni sulla nascita e sulla maternità, sulla guerra e sul dolore, sulla resistenza di chi non ce l’ha fatta come sulla resilienza dei sopravvisuti. Una elegia della nascita che fa pace col dolore, in un percorso che, tra gioia e sofferenza sembra voler celebrare, in definitiva, la vita.
Abbiamo visto:
Ventris Tui
di Michele Casella, con Angela De Matteo
a cura dell’Associazione Arabesque
alla Galleria Borbonica in Napoli
Si ringrazia l’Ufficio Stampa