Sembra quasi di precipitare davvero all’inferno, percorrendo le scale che come in cerchi concentrici ci portano nelle viscere di Napoli. Si diceva, e mi affido solo al ricordo senza ricercare fonti, che da qualche parte nelle vicinanze la tradizione abbia collocato l’ingresso dell’Inferno. È una storia che dovrebbe riguardare Enea e il Lago d’Averno, nei pressi di Pozzuoli, luogo mistico nel quale la Sibilla cumana avrebbe indicato all’eroe epico la via per gli Inferi. Non meraviglia pertanto scorgere, giunti in fondo, la caratteristica veste rossa del Sommo Dante Alighieri, che s’appresta a condurci lì dove bisogna lasciare ogni speranza, prima d’entrare.
Difficile immaginare un luogo migliore del sottosuolo del Decumano Maggiore di Napoli per vivere in prima persona la prima cantica della Divina Commedia, con lo spettacolo “L’Inferno di Dante” di Domenico Maria Corrado, per la produzione di Tappeto Volante. Un viaggio tra i personaggi chiave del viaggio dantesco tra le bolge infernali, alla riscoperta dei versi più emblematici del sommo poeta. Ma anche un viaggio che segna una scoperta doppia grazie alle suggestioni sottese e all’interesse storico del Decumano sommerso del Lapis Museum, che offre la sua cisterna greco-romana, la Piscina del Principe, la Cava di Tufo, la Sala della Luna ai personaggi danteschi, ricostruiti per la scena da Domenico Maria Corrado, con sapiente scelta drammaturgica e competenza letteraria, tra danze dalle eccellenti coreografie e in un crescendo di monologhi, tutti perfettamente situati in un’opera che, senza prosopopee, propone una sintassi aderente alla pragmatica dantesca puntando dritto all’esperienza.
E l’esperienza, bisogna dire, c’è tutta, e senza correre il rischio di ritrovarsi interrogati alla cattedra, propone a chi vi assista uno sguardo concreto sulla realtà dell’onirismo dantesco, facendo incontro con Virgilio, Caronte, Minosse, Ulisse, il Conte Ugolino e una splendida Beatrice come se fossero vecchi compagni di scuola.
Una esperienza teatrale, letteraria e culturale impegnata, curata nel dettaglio e pertanto anche impegnativa, ma senza spocchia, che specie nell’incontro col Male assoluto ridefinisce gli schemi e spariglia le carte.
Vale la pena d’esserci solo per incontrare Lucifero.
Abbiamo visto:
“L’Inferno di Dante”
di Domenico Maria Corrado
nel Decumano Sommerso del Lapis Museum
una produzione Tappeto Volante
Si ringrazia l’Ufficio Stampain replica il 4 gennaio 2023. Info qui.