Ma c’é voluto del talento
Per riuscire ad invecchiare senza diventare adulti(F. Battiato, La Canzone dei vecchi amanti)
Esiste una letteratura, da Jacques Lacan a Massimo Fagioli, che accosta desiderio e istanza di morte. Cedere alla curiosità, voler sollevare un velo, fare un passo in più in direzione del nuovo, dell’ignoto. Toccare il fuoco per scoprire se è vero che brucia, ma anche smontare un giocattolo per capire come funzioni, o semplicemente per vedere com’è fatto dentro. Si tratta di una pulsione irrestibile e irriducibilmente umana: senza il desiderio difficilmente i nostri progenitori sarebbero scesi dagli alberi per avventurarsi intorno, non avremmo scoperto l’America, non avremmo conquistato la Luna.
Quale sia poi la vera temperatura dell’amore: ordine o disordine, Cosmos o Caos, non è una risposta che il testo anticipa
Eppure si tratta anche di una pulsione per sua natura pericolosa, così come pericolose sono tutte le avventure che si accostano allo sconosciuto. Ma come si può restare folgorati dalla curiosità per aver toccato un filo scoperto, parimenti lo stesso può accadere per mezzo di un fulmine a ciel sereno: nessuna campana di vetro, invero, ci mette realmente al riparo dagli accidenti del destino. Tanto vale, pertanto, continuare a desiderare.
E se al cuor non si comanda, altrettanto può dirsi del desiderio: per amare o desiderare non sono ammesse opposizioni, non servono permessi. Sono pulsioni irrefrenabili, scostumate persino, e soprattutto impermeabili a qualsiasi burocrazia.
È la forza dirompente del desiderio, con tutte le sue contraddizioni e conseguenze, il tema vero di Una domanda di desiderio, di Manlio Santanelli, andato in scena nel salotto di casa dello stesso drammaturgo nell’ambito della rassegna Il teatro cerca casa.
Una istanza irredimibile, si è detto, ma in grado di innescare reazioni a catena laddove il seme d’un nuovo desiderio s’introduca in una relazione di coppia, che lo detesta più d’ogni altra cosa in ossequio alla propria natura, non potendo avere il desiderio d’altro cittadinanza alcuna nel Regno dell’Esclusività.
Un lavoro, questo di Santanelli, che introduce riflessioni sottili sulla natura umana e che, insistendo sulla collocazione della retta via da seguire, indugiando sulle debolezze reali o presunte che distolgano dal sentiero intrapreso, mettendo a nudo le bugie e le tristi viltà d’una coppia navigata che ha da tempo perso la febbre di conquista, lancia una scoraggiante denuncia sulle sovrastrutture sociali che governano le relazioni sentimentali.
Una denuncia neutra, che non assolve e non condanna, e che proprio per via di questo è potente e suggestiva, limitandosi a scoprire un terreno impervio sul quale ciascuno sarà poi libero di costruire le proprie conclusioni.
una scoraggiante denuncia sulle sovrastrutture sociali che governano le relazioni di coppia
Nessuno ne esce bene: non Tommaso, interpretato brillantemente da Carlo Di Maio, che dissimula nell’apparente mitezza dell’intellettuale un fuoco ardente appena sepolto sotto il tepore di un rapporto ventennale; non Federica Aiello, che presta voce e corpo a Emilia, incarnandone le debolezze, le contraddizioni, la femminilità e l’amarezza di un percorso irrisolto nel perdono. Non entrambi, come coppia, che salva se stessa per non consegnare il desiderio all’estrema conseguenza di morte, preferendo le tiepide certezze di un focolare senza culla alle insidie dell’ignoto.
Oppure, altri diranno, che salva se stessa in nome dell’amore. Quale sia poi la vera temperatura dell’amore: ordine o disordine, Cosmos o Caos, quello che conosce la tenerezza o l’altro che strappa i capelli, non è una risposta che il testo anticipa, nè che intenda fornire.
Rimane però vibrante in chiunque v’assista la sensazione del nervo scoperto, probabilmente vero intento autorale. Un testo da inserire nel novero delle più belle commedie, che solleticando gli umori più clandestini si collocano sempre rasenti, sfiorano il baratro e fanno la barba al palo, sempre a un passo dal dall’imminente tragedia.
Abbiamo visto:
Una domanda di desiderio
di Manlio Santanelli, con Federica Aiello e Carlo Di Maio
in casa Santanelli, nell’ambitro della rassegna Il Teatro cerca casaProssimo appuntamento il 23 gennaio 2023 con:
Errori, da racconti di Márquez e Cortázar con Rosalba Di Girolamo
Si ringrazia l’Ufficio Stampa