È sera: il freddo e l’aria marina di Via Napoli a Pozzuoli ci introducono al viaggio da intraprendere da «Confini». Davanti a noi, un piccolo ed elegante locale è pronto ad accoglierci per la serata e noi siamo entusiasti di animare il suo ambiente piacevole e raccolto; l’atmosfera che si respira è calda e familiare: siamo a casa, seduti su sedie che assomigliano a poltroncine, a conversare amabilmente con i protagonisti di questa magnifica storia di riscatto: Antonio Ippolito, Giovanni Conturso, e Carmine Ferrara, che circa sette mesi fa hanno dato vita a quest’avventura. E hanno avuto il coraggio di ripartire, nonostante tutti, nonostante tutto.
la cucina non ha barriere e può essere un linguaggio diverso attraverso cui l’arte si esprime nella sua universalità
Il pianoforte addossato alla parete è il tocco vintage che contribuisce a esplicitare il messaggio dei giovani proprietari del locale e dello chef Giuseppe Mellone: come la musica, la cucina non ha barriere e può essere un linguaggio diverso attraverso cui l’arte si esprime nella sua universalità. Dal mare alla terra, passando per l’Est e l’Ovest, il Nord e il Sud del mondo: grazie alla loro cucina, che confini non ha, attraversiamo tutto il globo, per mare e per terra. Una fusione di sapori non comune e interessante, con un menu che prende spunto e coniuga diverse culture gastronomiche.
L’idea e i concetti, impiattati dallo chef e serviti dai protagonisti della serata, si sviluppano attraverso otto portate del futuro menù degustazione del locale, alcune accompagnate dalle particolari bevande nipponiche, quali sono i sakè.
Iniziamo la degustazione con Frozen oyster Martini e, per i vegetariani, Frozen vegetale con foglia di ostrica e sfera di avocado, con Konishi Hiyashibori Gold. Tutto dà il sapore di mare puro che si respira fuori: il gusto è stimolato e amplificato da altri sensi, come l’olfatto e la vista, grazie all’ostrica e alla spolverata di sale marino sotto di essa; proseguiamo con l’Anguilla in cialda (e Salmorejo smoked), affumicata, dove si sentono entrambi gli estremi della terra e dell’acqua: il mare e il grano. La terza portata è Croquetas lime, zenzero e basilico, con Sauvignon blanc 2022 Cloudy Bay.
Continuiamo con Ceviche di trippa (e Ceviche vegetale): molto aromatico, per poi essere spiazzati dal sorbetto al limone e zolfo, un elemento tipico di quella terra, che fa emergere il forte legame con il territorio di Pozzuoli e della solfatara.
come se non fosse ancora finita, o meglio, come se non fosse mai iniziata
La sesta portata è un mix di sapori tra la cucina giapponese e la tradizione italiana, con Gyoza alla Nerano e Gyoza alla parmigiana, abbinati a La Scolca d’Antan Spumante Metodo Classico Brut 2009. La serata si avvia alla conclusione con lo spaghettone cacio, pepe (rosa) e pere. Il primo dessert, invece, esprime tutta l’invenzione e la creatività di Giuseppe Mellone, che rispolvera il suo passato da maestro gelataio presentandoci un gelato affumicato; l’ultimissima portata è un dessert al mascarpone e amarena, d’impatto scenico molto forte. Accompagna entrambi i dolci un Kodakara Yuzu, che raggiunge il palato con un particolarissimo gusto agrumato. Il Twist di Negroni all’amarena conclude definitivamente la nostra degustazione.
E a fine serata, con nostra grande sorpresa, ci siamo ritrovati di nuovo a casa, a chiacchierare ancora con tutti gli ospiti di «Confini», lo chef, i commensali, i proprietari, come se non fosse ancora finita, o meglio, come se non fosse mai iniziata.
Siamo stati ospiti di:
Confini, ristorante in Pozzuoli (Via Napoli, 221)
Si ringrazia l’Ufficio Stampa, in particolare Laura Gambacorta
ph. copertina: credits Marcello Affuso, Eroica Fenice