The bridge: la curiosità è il sentimento che può legare culture differenti

Abbiamo solo iniziato a costruire le fondamenta di un lungo ponte tra due culture ,con l’inaugurazione della prima Biblioteca Georgiana a Napoli, voluta dalla cooperativa Dedalus presso la sede di Officine Gomitoli, nei pressi della stazione centrale, dove la multiculturalità è un tratto distintivo.

Due culture, quella italiana e quella georgiana, che si avvicineranno, anche grazie alla maturità e alla consapevolezza della comunità georgiana residente a Napoli e nel nostro Paese. Un evento importante, ma anche una grande festa, nel corso della quale la comunità georgiana si è ritrovata come una famiglia. Una giornata tutta dedicata agli aspetti caratteristici della Georgia, con la sua lingua, l’alfabeto che pare un dipinto, la cultura e la letteratura antichissime, la musica, i sapori e gli odori speziati tipici del loro Paese.

Il viaggio che abbiamo compiuto insieme a Maka Khachoshvili, mediatrice culturale e organizzatrice dell’evento, Mariola Grodsza, giornalista, Giorgi Kekelidze, direttore generale della National Parliament Library of Georgia, e a tutta la comunità georgiana è stato una continua e piacevole scoperta: abbiamo ascoltato la musica e il folklore del popolo georgiano, i ritmi della loro lingua, derivata dal ramo caucasico dell’antico cartvelico e ammirato il loro elegante alfabeto, patrimonio dell’UNESCO.

La letteratura georgiana è secolare, a cominciare dal poema epico nazionale Il cavaliere dalla pelle di leopardo, composto circa nel XII secolo da Shota Rustaveli, imbevuto di cultura e letteratura europea (la biblioteca ne ha fornito anche una rarissima copia in traduzione italiana), di avventura e coraggio. La cuisine rispecchia il carattere della comunità: la delicatezza di alcuni sapori esalta quelli più decisi, che speziano e deliziano il palato. L’Est europeo, in tavola, ci riporta note quotidiane di tradizione e semplicità. A partire dal gusto dei piatti, ci si immerge in una tipica giornata georgiana, nella quale il vino non può mancare: esso diventa strumento di convivialità e di condivisione di un frutto della terra che con orgoglio si produce da secoli. Tra le mani, inebriante meraviglia.


I georgiani hanno portato tutto questo dalla loro terra alla nostra, piantando un seme che ha un inesauribile bisogno di nutrimento e di cura. Troveranno tutto ciò di cui necessitano in una città come Napoli, che vive essa stessa della vitalità intensa e verace del suo popolo e di tutte le culture che ospita.

mettere in moto i sensi e attraversare il ponte per un viaggio verso mondi lontani ma vicini, sorprendentemente diversi

Fascino, meraviglia, comprensione, curiosità: troveremo questo ed ancor più nel mazzo di chiavi che ci permette di mettere in moto i sensi e attraversare il ponte per un viaggio verso mondi lontani ma vicini, per quanto sorprendentemente diversi.

Traspare tutto l’amore della comunità per la propria cultura e i propri valori, attraverso la volontà di preservarli e trasmetterli alle giovani generazioni, georgiane e non. La Biblioteca nasce per aiutare gli appartenenti alla sua comunità a recuperare le proprie radici, sentendosi così parte di una collettività nazionale anche fuori dal proprio paese: una piccola patria in cui potersi ritrovare, dopo le dolorose esperienze vissute come popolo.

Ma non solo. Colpisce anche e soprattutto il desiderio di essere compresi dalla nostra cultura: una istanza che richiede la capacità di superare le narrative stigmatizzanti. Per questo la Biblioteca si propone di far conoscere la storia e la cultura della Georgia all’Italia. Questo è il primo passo per un’integrazione reciproca tra le due nazioni, soprattutto per far sì che i due popoli si conoscano a vicenda, evitando così di cadere in facili pregiudizi dati in gran parte dalla paura dell’ignoto.

Noi abbiamo solo intravisto piccole e poche caratteristiche di questa comunità, quelle che ci sono apparse più evidenti e che abbiamo imparato a comprendere grazie all’abile guida delle mediatrici e delle persone georgiane, dialogando con loro e spogliandoci per un momento della nostra identità culturale.

non c’è motivo di avere paura, se costruiremo ponti e se leggeremo lo scambio come addizione e non come differenza

Da fruitrici ci siamo fatte prendere per mano e, sensazione dopo sensazione, siamo approdate nell’affascinante territorio dell’anima georgiana, la cui biblioteca, che sarà aperta al pubblico, abolisce i confini, con ingresso metaforico dalla frontiera di Porta Capuana.

Si sta facendo tanto, ma deve essere fatto almeno altrettanto per la comunità georgiana e per le altre che la città e il Paese ospitano. Solo con la predisposizione alla cultura e il dialogo potremmo comprenderci l’un l’altro e arrivare a una vera integrazione: non c’è motivo di avere paura, se costruiremo ponti e se leggeremo lo scambio come addizione e non come differenza.

Si ringrazia l’ufficio stampa della Cooperativa Dedalus
l’Associazione culturale Officine Gomitoli
la comunità georgiana di Napoli e in particolare Maka Khachoshvili, Mariola Grodsza e Giorgi Kekelidzei,  mediatori che ci hanno guidato in questo viaggio.

credits: con il contributo di Eugenia Santoro