Dieci anni di «Lercio», altrettanti di verità

L’irriverenza nei confronti della realtà contemporanea come tratto distintivo di comicità. Lercio è il vento freddo e pungente d’inverno, che ti sferza la faccia mentre cammini per strada, incurante del fatto che cerchi di coprirti, di proteggerti. Nessuno può veramente nascondersi di fronte alle cose che accadono: ci toccano sempre, in un modo o nell’altro, che lo vogliamo o no. E Lercio ce lo ricorda, in ogni battuta, in ogni freddura che porta sul palcoscenico.

Lercio è il vento freddo e pungente d’inverno, che ti sferza la faccia mentre cammini per strada

Lercio, però, è anche la brezza fresca e leggera di primavera, di cui la satira italiana ha bisogno in un momento in cui i tabù sono ancora tanti e resistono imperterriti, a dispetto di quella libertà di espressione che apparentemente ci è tanto cara. La comicità rischia di essere imbrigliata nelle maglie del politicamente corretto, senza trovare vie d’uscita. Nemmeno la creatività è al sicuro, in un mondo in cui persino gli scrittori per ragazzi vengono tristemente censurati in nome del politically correct.

Ma Lercio lotta con tutte le sue forze per difendere la sua libertà di fare umorismo con le armi che sa brandire meglio: il sarcasmo e l’ironia, prendendo spunto proprio dal politicamente corretto, che diventa paradossalmente oggetto su cui ridere e far ridere. È forse questa l’unica via d’uscita per la satira, che Lercio ha saputo brillantemente cogliere.


I protagonisti di questa piccola rivoluzione scardinano tutti i tabù con la loro ironia dissacrante, affrontando ogni argomento con la giusta dose di sarcasmo, saltando agilmente dalla politica al gossip. Tutto può essere fonte d’ispirazione per farsi beffe della realtà in cui viviamo, mettendone in evidenza i caratteri più paradossali e portandoli alle estreme conseguenze. L’esasperazione verso cui vengono proiettate le notizie “lerce” è perfettamente coerente con gli atteggiamenti sociali che stanno alla base della stessa realtà cui gli autori e i comici di Lercio attingono.

La rottura della quarta parete dà luogo a uno show sempre dinamico e ogni volta diverso, grazie alla spiritosa interazione con il pubblico in sala, pronto ad accogliere le provocazioni incandescenti lanciate dagli strepitosi e simpaticissimi Patrizio Smiraglia e Stefano Pisani: rubriche improponibili, giochi coinvolgenti, telegiornali al limite tra realtà e finzione.

nonostante il mondo attorno a noi vada a rotoli, tu continuerai a raccontarcelo come sai fare: con la stessa anima irriverente, comica e mordace

È proprio da questo limbo che Lercio ha scelto di partire e si muove sempre al confine tra questi due modi di percepire, immortalando una notizia e trasformandola in pura comicità creativa.

La satira, per sua stessa natura, va di pari passo con la realtà, con le notizie quotidiane. Essa vale solo in quell’istante: carpe diem. È proprio il caso di dirlo per chi si occupa di questo tipo di comicità: bisogna essere bravi a cogliere l’attimo e farlo cogliere al pubblico. Lercio scatta a raffica istantanee al mondo che ha deciso di raccontare: ci fa compagnia ormai da un decennio, durante il quale sono cambiate tante cose, ma non il suo spirito, che è rimasto lo stesso di quando ha iniziato.

Buon compleanno a te Lercio, perché, nonostante il mondo attorno a noi vada a rotoli, tu continuerai a raccontarcelo come sai fare: con la stessa anima irriverente, comica e mordace che ti caratterizza da sempre e che non cambierai.

Grazie Lercio, perché riesci a farci vedere la realtà sotto una luce diversa, senza fronzoli, ma con quel distacco ironico che ci aiuta a non cadere in un facile pessimismo, ogni qualvolta dimentichiamo di guardare il mondo come ci hai insegnato a fare.

 

Abbiamo visto:

Lercio

Al teatro Bolivar, diretto da Nu’Tracks
Con Patrizio Smiraglia e Stefano Pisani
Si ringrazia l’ufficio stampa